Italiano imperfetto

Il mio italiano imperfetto
figlio di studi all’estero
non fatti per mio diletto
è figlio di cifre e bilanci
non di letture classiche
né greche né latine: francesi
ma di cifre attivi e passivi
ore ed ore a far calcoli
mille cifre a vanificare
il mio sogno di divenir pittore
bilanci e codici contabili
soffocavano la mia inventiva
far quadrare le partite IVA.

Il mio italiano imperfetto
la mia grande frustrazione
immensa è la mia delusione…

Domato il lupo


Questa mattina il lupo
s’è destato insieme a me
s’appesantiscono i gesti
grevi divengano nubi
corvi di pensieri molesti
questa mattina il lupo
con il suo verso acuto ululava
e nel farlo la mia coscia mordeva
Auuh! Auuh! Auuh!  Il suo verso faceva!
Come pacare il lupo mi chiesi?
Ascoltai un po’ di musica rock
era un bel brano in crescendo
il dolore lentamente s’accucciò
andò pigramente diminuendo.

Questa mattina ho domato il lupo

Senza rete nelle emozioni


Senza rete né sicuro appiglio
è così la vita data ad un figlio
nessuna certezza ci è data
senza rete il primo passo
senza certezza il primo bacio
solo il primo sguardo d’una madre
insegna più di milioni di parole
è corazza per un piccolo cuore
che batte solo per avere amore.

Senza appiglio né stella polare
solo la madre ci potrebbe guidare
insegnare a colmare i vuoti le assenze
che lasciano basiti sorpresi senza parole
attoniti che l’assenza esista e ferisca
madre nostra forza e guida sicura
dammi il giusto vigore per affrontare
difficili giorni di solitudine la notte oscura
senza rete nelle emozioni metter ordine

Prematuro

Mia madre è un’ottantacinquenne
ha un figlio circa della sua età
che son nato sessantatré anni fa
ma il mio corpo ne ha venti in più
e mia madre aveva ventidue anni
quando venni al mondo prematuro
rischiando una prematura morte
ma Ananche  o forse suo figlio amato
il fato si fece gioco di lei e la beffò!
Cinquantanni dopo lei testarda ritornò
ma gli scudi e le difese di Ananche
ressero come invincibile armatura.

Pavento assai il suo finale assalto
ma la guarderò dritto negli occhi
sperando non legga timore o paura…

Bambino-prematuro

 

 

Farfalle mute

Farfalle mute sui fiori
leggere parole vuote
baci colmi di veleno
amore simulacro del sole
fiori alla ricerca di luce
spasmodica e vana ricerca
che le farfalle mute mentono
ed il polline è triste è amaro
s’espande in un crescendo
di gesti violenti e crudeli
come veleno iniettato da flebo
flebo di carezze ed abbracci
abbraccio del mitologico serpente
che t’offre una marcia mela
la donna ingannata cede e s’offre
agli occhi della morte amica
soffre urla e piange innocente…

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Magnifiche albe

Anche il pessimo giorno
ha la sua magnifica alba:
il giorno della tua dipartita
della tua venuta alla vita
d’una giornata triste e scialba
o d’un giorno colmo di gioia
nel cuore la tua prima ferita
e della tua prima vittoria
nell’ardua partita dell’esistere.

Ci incantiamo alle delicate albe
attratti dagli infuocati tramonti
affrontiamo lo scosceso cammino
nel complesso percorso della vita
mai semplice e mai facile in salita
alleniamoci ogni dì al soffrire
ci sorprenderà la semplicità
nel raggiungere la felicità
d’insignificanti gesti compiuti.

Prepararsi il pranzo ogni giorno
occuparsi della lavastoviglie
far la spesa al supermercato
sotto casa: lo so son fortunato
ho sfidato vittorioso la morte
nella mia vita ho molto viaggiato
l’Egitto dall’America alla Russia
la Polonia la Francia e la Svizzera
non chiedetemi d’andare in Prussia!

Vidi magnifiche albe in ogni luogo.

Alba

 

 

Incolmabili vuoti

Perché mi abita la malinconia?
dalla mia più tenera età
è stata compagna mia
ne è intrisa la mia allegria
persino i momenti di gioia
la mia spensieratezza è greve
di lacrime e dolore morale
e dolore del mio sofferente
per sempre corpo segnato
da cicatrici immense ed esigue
al contempo che loro sutura
è poesia versi anima e cultura
mio colore sarebbe l’arcobaleno
il grigio d’una nebbia costante
offusca la gioia sulla strada mia
strada tortuosa come serpente
non mi fido della gente: mente.
Forse questa malinconia è figlia
di taluni incolmabili vuoti…

Arcobaleno

Ineluttabile finale

Un battito di ciglia
all’alba buia: un’ora
un sospiro affannato
appena alzato: giorno
un caffè alle labbra
sulle gambe stanche: un mese
un piccolo oggetto caduto
a terra raccolto: un anno
il pulsante premuto
della luce ripostiglio: una vita
lei stessa casualmente rivissuta
tra le lenzuola: la dipartita.

Siamo solo piume al vento
gocce d’acqua nell’oceano
respiro ansimante nella tempesta
la vita è una continua battaglia
verso l’ineluttabile sconfitta
siate coraggiosi guerrieri…

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Una insperata prole

I figli, le figlie degli amici
crescono: sono uomini e donne
nel breve battere delle ciglia
senza una prole, e volevo una figlia
le avrei dato il nome di Lavinia
nome antico della sposa di Enea
l’avrei amata come una principessa
mi avrebbe deluso con i piercing
qualche tatuaggio sul suo viso
ed un amore poco affidabile.

L’avrebbe fatta soffrire tormentarsi
l’avrei abbracciata e sostenuta
insegnato di accettare le sconfitte
e di rialzarsi ad ogni caduta
la vita non fa regali: è spietata
senza pietà alcuna ma va vissuta
ed ogni disfatta cela una lezione
ad affrontare il futuro con decisione
senza figli né figlie: poesia è la mia figlia
eterna prole! Sempre che Dio lo voglia

Vile inadeguatezza

 

Sogni di ragazze d’ambra
scivolano sull’acqua
senza rumore né parole
i raggi del sole sulla pelle
solo il suono di parole amare
lasciano nel mondo il vuoto
della loro bellezza ferita
e dello spreco della loro vita
sogni di ragazze come altre.

Vanificati dal nulla d’un amore
bugiardo ed egoista: falso
la loro fine in un semplice balzo
nel vuoto del cielo di un cuore
cuore amico d’un fedele compagno
bensì un geloso ed ostile nemico
il quale legge nella tua disperata
ricerca di una carezza una fuga
dalla sua vile inadeguatezza.

geloso